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Tam biet Viet-Nam, hen gap lai!


Rieccomi qui, ormai in Italia da 5 giorni a ricordare gli ultimi giorni per non lasciare il racconto a metà prima di sistemare bene appunti e foto e cominciare con i ‘quaderni’.

Dov’ero rimasta? Ah sì, in paradiso. E davvero il nostro secondo giorno sull’isola è stato paradisiaco. La gita nell’arcipelago di An Thoi ci ha rivelato golette spettacolari e un fondale che, seppur non possa competere con il Mar Rosso (almeno a quanto mi dicono, visto che non ci sono mai stata!) o le Bahamas merita davvero di essere visto. Purtroppo, avendo piovuto il giorno prima, l’acqua non era completamente limpida, ma credo che  ad andarci in stagione secca sia davvero uno spettacolo!La giornata è passata in pieno relax, provando a pescare qualcosa per il pranzo (con scarsissimi risultati per me e un po’ meglio per Andrea, ma per fortuna il capitano si era attrezzato in precedenza!!) e fra tuffi, immersioni e foto subacquee che ci hanno regalato anche una bella abbronzatura.. solo sulla schiena ovviamente!! 🙂

La sosta all’andata alla fabbrica delle perle ci ha permesso di capire un pochino come funziona un allevamento e i criteri per giudicare la qualità dei prodotti. Cosa utilissima alcuni minuti dopo al negozio dove mi son comprata la mia prima collana da ‘sciurètta’ prontamente sfoggiata la sera stessa.. a 28 anni direi che era giunto il momento di procurarsi almeno una cosa seria! :-p

Il giorno dopo, purtroppo, terminava il nostro soggiorno marittimo. Speravamo di goderci l’ultima mattinata di sole (anche per riequilibrare l’abbronzatura frontale!!) e invece ovviamente pioveva, per cui ci siamo limitati a finire di preparare i bagagli, goderci l’ultimo banana shake fronte mare e aspettare il bus che ci avrebbe portati al porto dall’altra parte dell’isola. Arrivati al molo da cui saremmo dovuti partire, con due comode ore di anticipo, ci troviamo di fronte una ‘cosa’ che sembrava più che altro un Nautilus in versione bianca. Pensando che il nostro traghetto sarebbe arrivato più tardi ci siamo avviati alle bancarelle prima del porticciolo per mangiare qualcosa, dove, ovviamente, nessuno spiccicava una parola in inglese. Visto che eravamo piuttosto affamati, dopo aver ordinato due panini, tutto sommato abbastanza facilmente, ci siamo arrischiati a chiedere se avessero anche del riso. Evidentenmente il nostro vietnamita non era abbastanza buono (e loro non sapevano leggere, considerando che gli abbiamo anche messo la pagina della guida con i nomi dei cibi sotto gli occhi) per cui, addocchiata una bambina che lo stava mangiando abbiamo cercato di farci capire indicando lei..  Ecco, qui credo che abbiano frainteso e pensato o che volessimo mangiarci la piccola, o che volessimo portarcela a casa come souvenir perchè han cercato di portarcela al tavolo, con lei che urlava e cercava di divincolarsi in ogni modo. Per cui alla fine abbiam lasciato perdere e ci siam goduti i panini (ottimi, almeno quelli!) innaffiati da una coca cola tarocca dal gusto che definire orrido è fargli un complimento! :-/

Comunque, ritornati al molo in orario abbiamo scoperto che saremmo arrivati ad Ha Tien proprio con il simil-sottomarino, che purtroppo però non viaggiava sottacqua (sarebbe stata un’esperienza super!). Dopo un’oretta e mezza di navigazione allietata dalle edizioni vietnamite di Sanremo e Zelig siamo attraccati sulla costa meridionale al confine con la Cambogia. Appena prima di partire da Phu Quoc, parlando con un agente turistico, avevamo scoperto di non poter arrivare la sera stessa a Vihn Long, dove volevamo pernottare per poi fare il giro sul Mekong, perchè non c’erano autobus, per cui abbiamo dirottato su un’altra cittadina del delta: Can Tho. Con un minibus affollato, in cui noi eravamo gli unici occidentali, siamo quindi andati da Ha Tien a Rach Gia e poi da qui a Can Tho. Una menzione particolare meritano i due autisti che in tempo record, con una mano perennemente sul clacson e l’altra a volte sul volante, a volte sul cambio, a volte attaccata all’orecchio per tenere il cellulare, ci hanno portato a destinazione senza nemmeno fare un frontale (nonostante in più occasioni a mio avviso fosse praticamente certo!). Considerando che un po’ per la guida, un po’ per la temperatura polare data dall’aria condizionata a mille, era impossibile dormire, almeno ci siamo goduti il paesaggio dei villaggi sulla costa meridionale che non avevamo tempo di visitare. Arrivati a Can Tho verso le 9.30 di sera, l’abbiamo trovata deserta, ma fortunatamente con la cartina sulla guida siamo riusciti a raggiungere l’alberghetto che avevamo addocchiato per la notte dove, dopo aver preso accordi per la gita del giorno successivo sul fiume, siamo crollati esausti. La mattina dopo, manco a dirlo, la sveglia è suonata ale 4.30 visto che prima di partire dovevamo cercare un bancomat funzionante per rimpinguare il fondo cassa piangente. Una volta al porticciolo abbiamo avuto conferma di aver fatto bene a evitare le gite organizzate, accordandoci direttamente con un barcarolo: invece del minibattellino affollato di turisti ci aspettava una barchetta di quelle tipiche dei pescatori che avrebbe portato solo noi due alla scoperta dei mercati galleggianti di Cai Rang e Phong Dien e del panorama fluviale in un giretto di ben 8 ore!

Che dire?L’alba sul Mekong è un altro degli spettacoli assolutamente indescrivibili che questo Viaggio e questo Paese mi ha regalato e che rimarranno scritti in maniera indelebile nella mia mente e nei miei ricordi. Trovarsi a solcare le onde di questo immenso fiume ormai quasi arrivato all’incontro con il mare il cui lento scorrere scandisce e regola la vita di tutti i giorni della gente che vi abita a fianco, incrociando altri barchini o barconi merci, con le palafitte su entrambe le sponde che ti regalano scorci di vita: gente che fa il bagno nel fiume per lavarsi, che ci lava del cibo, bambini che corrono a salutarti appena ti vedono passare fino ad arrivare ai mercati galleggianti. Agglomerati di barche che si insinuano le une fra le altre e di gente, cappelli a cono sotto cui scorgi sorrisi, frutta e verdura da ogni parte, merci appese a pali a prua come insegna per far vedere da lontano cosa vende una determinata barca. Dopo questo spettacolo colorato siamo andati a scoprire come vengono ricavati i noodles nella fabbrica del riso, abbiamo avuto un incontro ravvicinato con un pesce elefante di 5 kg (fortunatamente in acquario), fatto una passeggiata sull’isola delle scimmie senza però riuscire a vederne neanche una e, dopo un nuovo incontro con il pesce elefante (questa volta grigliato e pronto a finire nelle nostre pance :-p) siamo rientrati alla base, pronti a partire per un altro viaggio in bus alla volta di Ho Chi Min City per il termine del nostro Viaggio.

L’ultima tappa prima del rientro, fatta la mattina dello stesso giorno in cui poi saremmo ripartiti per Bangkok, sono stati i tunnel di Cu Chi, gallerie scavate dai Viet Cong durante la guerra per nascondersi e spostarsi senza essere visti dagli americani. Per quanto il percorso e la visita guidata siano studiati appositamente per i turisti e molte cose siano state risistemate, è incredibile pensare come i vietnamiti abbiano potuto per anni scavare e infilarsi in cunicoli di 90 x 60 cm (al di là del fatto che io non credo riuscirei nemmeno a entrare), strisciare lì dentro per muoversi e fermarcisi magari anche per ore. Al pubblico ora sono aperti solo i cunicoli più grandi, quelli altri 1 metro e 20 a 3 metri dalla superficie terrestre, tutto sommato dei tunnel di lusso rispetto a quelli a 8 e 10 metri di profondità grandi si e no poco più della metà!

Tornati in città giusto in tempo per prendere il bus per l’aeroporto e il primo volo delle ultime 24 ore ci siamo ritrovati di nuovo a Bangkok e poi a Istanbul dove, avendo 6 ore di scalo prima della coincidenza per Milano, abbiamo deciso di uscire a fare un giretto nella città vecchia. Non abbiamo avuto modo di approndire la visita, avendo così poco tempo a disposizione, ma pur da quel poco che ho visto questa città a metà fra oriente e occidente mi ha affascinata moltissimo. E’ un compendio di stili e culture che, come all’interno del suo Gran Bazaar, si mischiano e fondono dando vita a qualcosa di unico. Vedere il sole appena sorto (siamo arrivati anche qui, manco a dirlo, alle 6) dietro la Moschea Blu e Santa Sofia ha dato a questi due imponenti edifici un’aura ancora più magica, così come il vedere la città, sonnecchiosa al nostro arrivo con metro e tram direttamente dall’aeroporto, svegliarsi poco a poco fino a riacquistare la proverbiale vitalità per cui era nota fin dai tempi in cui il suo nome era Costantinopoli.

Questa toccata e fuga ha messo termine al nostro Viaggio. Più volte, mentre mi informavo sul Vietnam prima di partire, ho trovato scritto che questo veniva definito come ‘il Viaggio della vita’, e davero non posso che confermare. Di tutti i posti che ho avuto la fortuna di visitare finora questo è quello che mi ha colpito e dato di più, a livello di emozioni, sorprese, scoperte, esperienze fatte.. e non  ne ho visto che una minima parte!Per cui la mia decisione è già presa, il tempo di riorganizzarmi e mettere da parte i fondi necessari e poi si torna!Per cui.. tam biet Viet-Nam, hen gap lai!! 🙂

Gooooooooodmorning Vietnam!!


Xin chao Vietnam!

Pensavate che ciao fosse un’esclusiva italiana eh?E invece no!Anche in viet hanno la loro versione 😉

Siamo arrivati solo da due giorni e gia le aspettative sono state piu che soddisfatte. Ma facciamo un passo indietro. Il viaggio in bus verso Phnom Penn e stata una vera e propria avventura, siamo dovuti sopravvivere a ben 5 ore di karaoke trasmesso sulla tv del bus, intervallate solo da un film non meglio specificato..  fortunatamente sono riuscita ad addormentarmi in tempo ma credo comunque parlasse di kung fu. Della capitale cambogiana siamo riusciti a vedere solo il museo nazionale, una ricca raccolta di sculture dell’arte khmer e alcuni bassorilievi originali proenienti da Angkor, mentre l’universo ha remato contro la mia voglia di vedere la Pagoda d’argento :-(. Scappati all’aeroporto in tuk tuk, rischiando a piu riprese la vita, abbiamo avuto la fantastica sorpresa di 50$ di tasse aeroportuali da pagare per poter partire, ma a parte questo il volo – il quarto in quattro giorni! – non ha dato problemi. Avendo il volo per Ha Noi il mattino successivo alle 6 avevamo gia deciso di evitare l’albergo e di dormire in aeroporto per cui ci siamo concessi una serata a zonzo per Bangkok dove abbiamo mangiato degli spiedini di carne non meglio identificata alle bancarelle di strada (loro dicevano pollo e manzo ma vatti a fidare!), passeggiato lungo le rive del Chao Prahya River e ci siamo addentrati nel wat market.. un mercato di strada all’insegna della tamarria spinta.

Dopo la seconda notte insonne della citta (anche se devo dire che le sedie dell’aeroporto erano piu comode del letto dell’Empire) siamo partiti alla volta di Ha Noi. Direi che la prima cosa che si nota della citta e l’incredibile quantita di motociclette presenti, che poi sarebbero i nostri motorini. Un vero e proprio sciame che sorpassa a destra, sinistra, ovunque con manovre impossibili..se potessero probabilmente si passerebbero anche sopra!!Ovviamente non potevamo farci mancare un’esperienza del genere per cui, mollati i bagagli in stazione, ci siamo fatti portare in centro con quelle e abbiamo gironzolato un po’ nei dintorni del museo e mausoleo di Ho Chi Min (che purtroppo erano chiusi) prima di spostarci in cyclo (lo so che e da turisti, ma DOVEVAMO ASSOLUTAMENTE provare ;-p) nel quartiere vecchio e al lago Hoan Kiem. Ora, a parte la suggestiva Turtle Tower sull’isoletta in mezzo al lago e lo spettacolo delle marionette sull’acqua (una figata!), questa ona e un vero e proprio paradiso delle scarpe!!Ci sono negozi a ogni passo, una cosa inredibile!!Peccato che di quelle che volessi non ci fosse mezzo numero, ma forse e meglio cosi visto che siamo solo all’inizio della vacanza ;-p.

La sera poi abbiamo preso il treno per il nord e ovviamente, avendo preso i biglietti la mattina stessa, e gia tanto se siamo riusciti a trovare posto nella carrozza con i sedili morbidi. Comunque col fatto che erano ampiamente reclinabili devo dire che il viaggio non e stato poi cosi terribile. Siamo arrivati a Lao Cai stamatina alle 4.30, dopodiche ci siamo spostati a Sapa dove una bella doccia rigenerante ci ha rimesso in piedi pronti per il giro al mercato e al villaggio Cat Cat della tribu Black Hmong. Ma di qusto vi diro piu tardi, perche le foto sono assolutamente necessarie. Posso solo anticiparvi che la vista dalla nostra camera e da mozzare il fiato! =)

Still alive! =)


Hoooolllaaa!!!

Ebbene si, siamo ancora vivi, nonostante appena arrivati a Bangkok avessi qualche dubbio visto che l’autista del taxi sbadigliava piu di noi e ha fatto un paio di manovre che manco a Napoli… con tutto il rispetto per i napoletani eh! x-D

Anyway, Bangkok alla fine l’abbiamo vista veramente di sfuggita perche l’aereo e partito da Istambul con due ore di ritardo. Quindi arrivati, sbarcati, 1 ora per il controllo passaporti, 1 ora per arrivare all’hotel (il New Empire nel quartiere cinese… se capitate a Bangkok, EVITATELO!!!a meno che non siate abituati a dormire su un letto di marmo) e via di corsa verso l’unico tempio che non chiudeva alle 3.30 di pomeriggio: il Wat Pho, quello al cui interno si trova il Buddah reclinato di 46 m per intenderci. Ovviamente siamo stati subito assaliti dai venditori ambulanti che han cercato di venderci di tutto. Per quanto particolarmente attratta da delle specie di protesi ungulari simil dorate (x-O) alla fine ci siamo limitati a un quadretto su seta (??) di una scimmia da un tizio che ci aveva aiutato con le indicazioni. Tanto per farvi capire come funziona se non siete mai stati da queste parti: la base di partenza erano 500 bath, alla fine l’abbiam portato via a 70.. mio nonno sarebbe fiero di me, buon sangue non mente! ;-p

Sorvolerei sul resto della serata, passato a spasso in tuktuk con breve visita a una sartoria dove siamo praticamente stati obbligati ad andare e dove volevano vendermi come sciarpa una specie di drappo funebre, e gironzolando a piedi nei dintorni dell’hotel alla ricerca di un centro per massaggi che non siamo riusciti a trovare dato che tutte le insegne erano in cinese ed era impossibile chiedere a chiunque!!

Dopo questo inizio di fuoco la vacanza poteva solo che migliorare, per fortuna!Il mattino dopo, senza aver dormito una cippa per due giorni (almeno, io) siamo quindi volati a Siem Reap, Cambogia. Ecco.. se dovessi usare una sola parola per descrivere questo Paese, di cui ho visto solo una parte infinitesimale, non potrei che dire.. UAU!

Anche qui il mezzo piu comodo e usato per girare e il tuktuk, con una variante ripetto a Bangkok: invece di essere una specie di ape car aperto, qui si tratta di un motorino a cui e attaccato una specie di carretto a rimorchio (appena recupero le foto dall’altra scheda vi faro vedere perche’ detto cosi non rende l’idea.. la realta supera la fantasia! =D ). Con questo mezzo e il nostro fidato autista trovatoci dall’albergo abbiamo scorrazzato per i templi di Angkor negli ultimi due giorni. Ieri, avendo solo mezza giornata a disposizione visto che siamo arrivati alle 10 e passa ci siamo dedicati a Beng Malea, un tempio esterno al circuito di Angkor che dista un paio d’ore di Siem Reap. Lungo il tragitto, fra risaie, villaggi e bancarelle abbiamo avuto un assaggio della Cambogia.. Paese stupendo, l’ho gia detto??! 😉 Credo che le foto aiuteranno piu delle parole, ma tocchera aspettare un pochetto per vederle. Il tempio di Beng Malea e qualcosa di incredibile e completamente diverso rispetto ai piu curati cugini del circuito Angkoriano, una vera immersione nella giungla e un avventura per visitarlo o meglio, scalarlo (soprattuto se, come me, avete avuto la brillante idea di andare in giro in ciabatte… lo so, no comment! x-p) . Una decina di litri di sudore versato dopo abbiamo terminato il nstro giro e siamo ritornati verso Angkor, per acquistare i biglietti per oggi e ammirare il tramonto dalla vetta del Bakheng.. bellissima la salita in mezzo al bosco (che per un attimo siam stati tentati di fare in elefante) e la vista sulle risaie, anche se appena saliti ci si e presentato uno spettacolo terrificante: mmmmmmmillllemmmilioni di persone ammucchiate al tempio per vedere il tramonto come noi. Allora non lo sapevamo, ma sarebbe stato solo l’inizio. Ad ogni modo il tramonto devo dire che non e che sia stato proprio gran che, anzi!diciamo pure che quello sui Navigli e piu spettacolare.. ;-p

Tornati in hotel siamo crollati a letto per un paio d’ore, prima di risvegliarci coi morsi della fame e avventurarci alla ricerca di un ritorante tipico dove abbiamo assaggiato vari piatti locali (capendo che quando fra gli ingredienti e segnata la cipolla significa che il piatto E’ cipolla con poco di tutto il resto… x-/).. e pizza!!!eheheh, non potevamo non assaggiare la pizza cambogiana che, devo dire, assomiglia molto a quella francese.. ossia piu o meno insapore. Terminata la cena luculliana abbiamo gironzolato ancora un po’ in citta e terminato la giornata nel migliore dei modi: con un bel massaggio che ci ha rimessi a nuovo e preparati adeguatamente alla grassa dormita che ci aspettava.. ben tre ore!!Essi perche, dopo la delusione del tramonto, volevamo rifarci con l’alba ad Angkor Wat.. lascio a voi giudicare se ne sia valsa la pena.

Io comunque direi di si! 😉

Tanto per farla breve visto che mi son dilungata gia troppo, oggi abbiamo fatto un allenamento intensivo in vista del trekking nei villaggi del Viet del nord, passando da Angkor Wat a Ta Phrom (un tempio lasciato allo stato di immersione nella giungla appositamente per distinguerlo dagli altri che invece sono stati ripuliti e restaurati, ma che a confronto di Beng Malea e lustro come la hall di un hotel a 5 stelle); Banteay Srei (i cui bassorilievi si dice essere stati realizzati da una donna perche troppo raffinati per essere stati fatti da mani maschili ;-p); Ta Som (un piccolo tempio dove siamo stati circondati da bambine che ci hanno sfidato a tris in cambio di una piccola offerta); Neak Pean e per finire Angkor Thom, la cittadella che contiene il Bayon (famoso per le sculture a forma di faccia che si dice rappresentassero gli occhi del re Jayavaraman VII per controllare tutte le province del regno), il Baphuon con il Buddah reclinato in petra (riconoscibile con molta fantasia) e il Phimeanakas.. dove si puo salire con una comoda scalinata a pendenza 85%! x-D

A questo punto, appena finito di dire che eravamo stati fortunatissimi col tempo perche non aveva mai piovuto e scoppiato un diluvio.. che considerato il caldo che avevamo e la voglia di lanciarci nelle piscine fangose di fianco a Phimeanakas e stata una vera benedizione!Il tempo di infradiciarci e correre a recuperare il nostro fido tuktuk e l’acquazzone e finito per cui siamo rientrati in hotel per una sana dormita ristoratrice prima di prepararci per la serata all’insegna della tradizione cambogiana: l’Apsara, uno spettacolo di danza in costume che abbiamo gustato insieme a un ricco buffet di cucina khmer.

Ora ce ne andremo a provare il dr. Fish, il massaggio ai piedi in acqua fatto dai pesciolini.. chissa che ridere il solletico!E poi nanna che domani mattina ci aspetta il viaggio in bus fino a Phnom Penn (5 comode orette), dove staremo giusto un paio d’ore prima di ripartire per Bangkok e poi dopodomani… Vietnam, finalmente!!

That’s all folks!!Alla prossima!

– 1.. !!


E’ giunta l’ora, domani si parte!!!yupppiiieeeeee!!!

Che emozione, non vedo l’ora!Sono due anni che sogno questo viaggio.. l’avevo già immaginato tutto dopo essermi documentata sul paese, aver letto gli itinerari sul sito di avventure nel mondo, cercato le foto in rete.. Partirò con un bagaglio pieno di aspettative, ma sono certa di tornare con uno ancora più pieno di sorprese (e non solo intese come souvenir!! ;-p).

Tanto per darvi un’idea di dove saremo nei 17 gg del nostro viaggio, questo sarà grossomodo il giro che faremo

– arriviamo a Bangkok il 14/8 verso le 2 dopodichè, mollati gli zaini in albergo, partiamo con la visita della città e dei templi lungo il Chao Phraya 
– il 15 si parte alle 8 alla volta di Siem Reap (Cambogia), dove si trova il famoso complesso di templi Khmer di Angkor (anche quello dove hanno girato Tomb Raider, per gli amanti del genere X-D ). Qui resteremo 2 giorni pieni a scorrazzare fra un tempio e l’altro a bordo dei tuc-tuc
– il 17 mattina presto rotta verso Phnom Penn, visita di mezza giornata della città e rientro a Bangkok da cui partiremo il giorno successivo per Hanoi
– come dicevo, il 18 arriviamo il mattino ad Hanoi, ci fiondiamo in stazione a comprare i biglietti del treno notturno per partire la sera stessa per il nord, dopodichè ci godremo un giro della città
– dal 19 all’alba (il treno arriva a Lao Cai alle 5) fino al 22 sera ci immergeremo completamente nei villaggi del nord occidentale del Vietnam, fra trekking e visite varie alla scoperta delle tribù locali:
19: Da Lao Cai ci spostiamo a Sapa facendo un pit-stop al villaggio Cat Cat dei Black Hmong.
20: Ci spostiamo alla Muong Hoa valley, trekking fino al villaggio Ta Van della tribù Giay e attraversamento delle risaie per arrivare alla foresta di bambù. Raggiunto il villaggio Giang Ta Chai nel pomeriggio, continueremo fino alla comunità Red Dzao prima di tornare a Sapa per la notte.
21: Tanto per mantenerci in allenamento dopo il trekking di 18 km del giorno prima ci spostiamo da Sapa a Cao Son, da cui proseguiremo nella foresta di Tin Thang per essere introdotti alle colture locali e alla storia della montagna di Buddha. Pranzo nel villaggio degli Flower Hmong e continuazione fino a Lu Sui Tung. Se non stramazziamo al suolo prima dalla fatica, alla fine della giornata pernotteremo presso una casa della tribù Flower Hmong.
22: Finalmente una giornata rilassante! X-p Sveglia all’alba per spostarci a Bac Ha dove visiteremo il mercato, che sembra sia uno dei più belli della zona, e traversata in barca sul fiume Chay. Rientro a Lao Cai nel pomeriggio e treno notturno per Hanoi.

Diciamo che fino a questo punto il programma è abbastanza fisso, mentre da qui in poi vedremo una volta lì dove ci porterà il cuore, anche se quelli segnati sono i posti dove vorremmo andare.

– il 23, rientrati dal tour del nord occidentale ci spostiamo subito in un altro dei luoghi per eccellenza del Vietnam del nord.. orientale però stavolta: la Baia di Halong, in cui ci fermeremo fino al giorno successivo
– di rientro dalla baia, il 24 notte ci sposteremo poi sulla costa centrale, a Hoi An. Famosa per aver mantenuto case tradizionali in puro stile vietnamita e per le numerose sartorie che realizzano abiti su misura in meno di 24 ore! Chissà se riuscirò a rifarmi il guardaroba.. X-D
– il 26 mattina raggiungeremo finalmente la capitale del viet: Ho Chi Min City, conosciuta anche come Saigon. Dove (forse) ci riposeremo per mezza giornata prima di organizzare il tour del giorno successivo ai tunnel di Cu Chi (scavati durante la guerra per resistere agli americani).
– il 28 ci sposteremo di nuovo, facendo tappa sul delta del Mekong per visitare le isolette nei pressi di My Tho e il mercato di Cai Be, prima di raggiungere la costa meridionale e spostarci sull’isola di Phu Quoc, dove FINALMENTE! ci godremo ben 1 giorno e mezzo di mare e riposo. X-D
– il 30 purtroppo dovremo rientrare a Ho Chi Min e da lì a Bangkok per il volo di rientro (che fortunatamente è la sera tardi)

Ecco, diciamo che questi sono i ‘buoni propositi’.. vedremo poi se riusciremo a mantenerli!!