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Quaderno di Viaggio: Vietnam Settentrionale – Agosto 2010


Ci ho messo due anni per arrivare in Vietnam. Due anni prima di avere il tempo, i soldi, lo spirito necessario per partire e realizzare un sogno. La prima cosa che penso appena atterrata ad Hanoi quindi, dopo la notte insonne passata all’aeroporto di Bangkok, è che finalmente sono esattamente dove vorrei essere.. una sensazione che, per quanto possa sembrare strano, non è facile provare.

Usciamo dall’aeroporto e.. piove!Peccato, ma d’altronde sapevamo che la stagione non era la migliore e fino a quel momento, con il tempo trovato ai templi di Angkor, non potevamo non dirci fortunati. Ci accordiamo sulla tariffa del taxi senza farci fregare troppo per arrivare in centro e ci facciamo portare in stazione per prenotare i biglietti del treno per partire la notte stessa per Sapa. Senza anticipo ovviamente troviamo a malapena due posti poltrona nello scompartimento a sedili morbidi, ma almeno così potremo mantenere il programma per i prossimi 4 giorni fra i villaggi del nord, gli unici pianificati prima della partenza dall’Italia. Abbiamo qualche difficoltà a trattare con il signore che si occupa degli armadietti bagagli della stazione che parla solo vietnamita, ma buona volontà e la palestra di negoziazione dei giorni precedenti in Cambogia ci aiutano a ottenere un prezzo equo per i sei giorni in cui intendiamo lasciare le valige grosse ad aspettarci in modo da proseguire il più leggeri possibili nei giorni di trekking e alla baia di Halong.

in mototaxi ad Hano

Appena giunti ad Hanoi non si può non notare lo sciame di motociclette che invade letteralmente le strade sorpassando ovunque riescano a infilarsi, soprattutto quando ci si trova per la prima volta a cercare di attraversare la strada cercando di non rimetterci le penne. 🙂 Da bravi avventurieri decidiamo che non possiamo lasciarci scappare anche questa esperienza. Fortunatamente nel frattempo ha smesso di piovere per cui lasciati i bagagli in stazione saliamo su due mototaxi per raggiungere il museo di Ho Chi Minh. Ci arriviamo all’ora di pranzo quindi lo troviamo chiuso per pausa, così come il mausoleo dedicato anch’esso allo Zio Ho che invece è aperto solo al mattino. Decidiamo di fare un giro nei dintorni, dando un’occhiata anche alla Pagoda su una sola colonna che si trova dietro al museo, ma di non aspettare l’apertura pomeridiana e spostarci direttamente al Quartiere Vecchio nei pressi del lago Hoan Kiem in cyclo.

 

Hanoi - Pagoda su una sola colonna

Il Quartiere Vecchio è il cuore storico di Hanoi. Le sue viette strette piene di traffico, venditori ambulanti e negozi di ogni genere costituiscono l’anima vitale e commerciale della città e addentrarvisi lasciandosi conquistare dai colori, gli odori e i sapori dei dolci di strada e del nostro primo pho, la tipica zuppa vietnamita, è un’esperienza che immediatamente mi conferma la sensazione iniziale.

Hanoi - Torre della Tartaruga

Terra di leggende, il Vietnam è ricco di storie che spiegano la nascita di alcuni fra i propri luoghi più famosi e suggestivi da cui vengono derivano i loro nomi attuali. Hoan Kiem, per esempio, significa Lago della Spada Restituita. Tradizione vuole infatti che a metà del XV secolo gli dèi inviarono all’imperatore Le Thai To una spada magica che egli utilizzò per cacciare i cinesi dal Vienam. Il giorno successivo alla guerra, l’imperatore vide una gigantesca tartaruga d’oro sulla superficie del lago, che afferrò la spada e scomparve nell’acqua per restituirla ai suoi divini protettori.

Ci avviciniamo scrutando l’acqua per cercare una delle tartarughe discendenti dalla protagonista della leggenda visto

lezioni di t'ai chi a Hoan Kiem

che si dice portino fortuna a chi riesce a vederle nelle rare occasioni in cui emergono. Intorno al lago la vita scorre frenetica, ma basta guardare l’acqua, la Thap Rua (Torre della Tartaruga) – emblema della città che si trova su un isolotto in mezzo al lago ed è sormontata da una stella rossa – attraversare il rosso ponticello Huc (ponte del Sole Nascente) e arrivare al tempietto di Ngoc Son per immergersi in un’atmosfera suggestiva scandita dal ritmo lento dei movimenti di t’ai chi dei gruppi che si ritrovano a esercitarsi lungo le sponde. Dopo un giretto fra i numerosissimi negozi di scarpe di ogni tipo che si trovano nelle immediate vicinanze del lago e un salto in una delle onnipresenti agenzie di viaggi per prenotare anche la gita di due giorni ad Halong, ci prepariamo per un’altra esperienza di immersione nella cultura viet: lo spettacolo delle marionette sull’acqua. Discendente di un’antica arte inventata dai contadini che lavoravano nelle risaie del Delta del Fiume Rosso e un tempo tramandata segretamente di padre in figlio, lo spettacolo oggi si svolge all’interno del Teatro Municipale dov’è allestita una piscina quadrata in cui sono azionate le marionette. Si tratta di diverse storielle divertenti di argomento bucolico o leggendario all’interno delle quali l’accompagnamento musicale dal vivo gioca un ruolo preponderante e che si riesce a seguire grazie alla loro espressività, anche se le battute sono recitate solo in vietnamita.

 

le marionette sull'acqua

Tiriamo in lungo continuando il giro nel Quartiere Vecchio e poi rientriamo alla stazione in tempo per prendere il treno notturno che ci poterà a Lao Cai, quasi al confine con la Cina. Anche se la carrozza sembra un po’ da film dell’orrore

Sapa

scopriamo che i sedili sono ampiamente reclinabili e riusciamo quindi a dormire un minimo, considerando che l’arrivo è previsto per le 4.30 di mattina. Ancora intontiti usciamo nel piazzale immerso nella notte e troviamo subito l’autista venuto a recuperarci. Per il tour nei villaggi del nord infatti ci siamo affidati al signor Nghe, un tour operator locale segnalato sulla Lonely Planet con il quale abbiamo definito le cose che ci sarebbe piaciuto vedere e studiato un giro personalizzato a un prezzo che, una volta in loco, abbiamo scoperto essere ottimo per il servizio avuto. Appena ci

vista di Sapa dal Lotus hotel

raggiunge anche Mye, la ragazza che ci farà da guida nei successivi 4 giorni, partiamo alla volta di Sapa su una stretta strada di montagna interrotta ogni tanto da una frana qua e là. Saranno le nuvole basse, sarà la leggera pioggerellina che comincia a cadere e appanna i finestrini della nostra 4×4 o il paesaggio in cui cominciamo a scorgere risaie e villaggi ma mi sembra di essere arrivata in un luogo delle favole. La vista mozzafiato che godiamo dalla camera del nostro hotel, il Lotus, una colazione – manco a dirlo – a base di frittata e té vietnamita, ma sopratutto una doccia calda ci rimettono al mondo, pronti per un giro al mercato locale e al villaggio Cat Cat della tribù Black H’mong, a circa 3 km sotto il centro cittadino.

 

Sapa

La prima cosa che mi colpisce di Sapa, perla incastonata fra le montagne, è l’incredibile quantità di alberghi, ristoranti, negozi di souvenir e altre attrazioni dedicate ai turisti. Chiedendo a Mye la mia impressione che nessuno di locale abiti effettivamente la cittadina è confermata. In effetti i rappresentati delle diverse tribù della zona vivono tutti nei vicini

Black H'mong

villaggi e si spostano in ‘città’ solo per vendere i prodotti del loro artigianato o per altre occupazioni legate al turismo. In particolare a Sapa si possono incontrare membri delle tribù di montagna appartenenti ai gruppi Black H’mong, caratterizzati da abiti di color blu scuro, e Red Dzao, con indosso invece il tipico copricapo colo rosso vivo. Anche i villaggi limitrofi vivono di turismo, oltre che della coltivazione del riso, per cui per accedervi bisogna pagare delle piccole tasse d’ingresso e una volta entrati vi si trovano botteghe di artigianato tipico (tessuti, manufatti, cibi e bevande) e donne e bambini che a ogni passo cercano di venderti qualcosa. La strada che porta a Cat cat è ripida e

il villaggio Cat Cat

nonostante sia per la maggior parte asfaltata la pioggia caduta non rende meno difficoltoso il tragitto. Riusciamo comunque a rimanere in piedi ed arrivare alla cascata che si trova nella parte più bassa del villaggio, ma un po’ per stanchezza, un po’ per provare anche l’ebbrezza di una nuova ‘avventura, sulla via del ritorno decidiamo di farci riportare a Sapa con gli xe om, motorini sgangherati con ragazzini in veste di autisti. Ovviamente a me tocca il più spericolato di tutti, ma miracolosamente riesco a non volare per terra e a tenere ben salda in mano la macchina fotografica nonostante un salto di mezzo metro dalla sella per colpa di una buca.. o_O’

Red Dzao
artigiani a Cat Cat
bambini a Cat Cat

Rientrati in albergo ci concediamo un giretto fra i negozi di souvenir e un massaggio ai piedi à la façon Red Dzao, ovvero non esattamente rilassante ma di sicuro rigenerante. L’allenamento intensivo del primo giorno ci fa svegliare baldanzosi il mattino dopo, pronti per il secondo trekking che ci avrebbe condotto ai villaggi di Lau Chai, Ta Van e

la strada per Ta Van

Giang Ta Chai delle tribù Red Dzao e Giay. Invece di 3 i Km a questo giro sono 20, ma la strada larga e asfaltata che ci aveva portati a Cat Cat ci fa ben sperare. Peccato che  stavolta a un certo punto la strada si trasformi in un sentiero di montagna stretto stretto, in cui pezzi a pendenza che sfiora i 90 gradi si alternano a salite dove non sarebbe male avere dei ramponi ai piedi, soprattutto dopo che un’allegra pioggerellina di mezz’ora (scesa per fortuna durante la nostra pausa pranzo) rende il tutto fangoso e altamente scivoloso.. La cosa incredibile è che mentre io fatico a restare in piedi con le scarpe da ginnastica, le nostre guide –  a Mye si sono affiancate oggi sua mamma e una sua amica originarie del primo villaggio che visitiamo – procedono saltellando senza esitazioni con ai piedi delle semplici ciabatte!!??!! Ad un certo punto incrociamo sulla nostra strada una mucca abbarbicata sulle pendici della montagna appena

risaie

sopra il sentiero, che ovviamente comincia a scivolare e sembra voglia venire dritta dritta addosso a me. Incredibilmente riesce a recuperare la stabilità prima che succeda l’irreparabile e nonostante la forte tentazione di farmi lasciare lì in mezzo ai boschi distrutta mi abbia sfiorato più volte alla fine sono sopravvissuta, anche se dopo l’ultima salita sono semi svenuta in macchina con tutti i muscoli delle gambe – compresi quelli di cui non sospettavo nemmeno l’esistenza 😀 – che imploravano pietà. Morti di fatica ma estasiati dai paesaggi, gli incontri e le realtà con cui siamo entrati in contatto decidiamo di concederci un’altro massaggio Red Dzao, stavolta completo di bagno in tinozza con erbe e oli essenziali.

l'amica di Mye
il panorama della Muong Hoa valley
incontri lungo la strada
la sostenibile leggerezza dell'essere

La mattina dopo lasciamo Sapa col sole e dopo 4 ore di macchina arriviamo a Cao Son, un villaggio di montagna a 1500 metri fra la Muong Lum valley e la Lung Khau Nhin valley. Qui le risaie lasciano spazio a una fitta vegetazione che ci rimanda immediatamente all’immagine del Vietnam da film e ad ogni curva quasi mi aspetto di veder spuntare sopra le montagne gli elicotteri di Apocalypse Now, sperando ovviamente che nessuno ci spari! ;-D Anche se è mattina e siamo piuttosto in alto il clima è torrido, ma preferiamo comunque procedere con i finestrini abbassati piuttosto che con l’aria

Cao Son Ecolodge

condizionata sparata a palla come sarebbe da uso locale, anche perché almeno possiamo approfittarne per scattare qualche foto al paesaggio e ai personaggi che incrociamo lungo la strada. Arriviamo al Cao Son Ecolodge, in cui ci fermeremo per la notte. Purtroppo nel lode originale le camere sono già tutte occupate e così ci accomodano nella nuova struttura in muratura che devono aver finito da poco, visto che odora ancora di calce fresca. Il tempo di sistemarci e bere una tazzina di té che ci offrono ed è già ora di pranzo. Mangiamo qualcosina giusto per far scorta di energie in vista del trekking pomeridiano e intanto le mie gambette, che erano in sciopero dopo la mazzata del giorno prima, già cominciano a presagire un nuovo ‘attacco’.

dintorni di Cao Son
dintorni di Cao Son

 

In realtà, considerando che avevamo solo il pomeriggio a disposizione, mi sentivo abbastanza fiduciosa che questa nuova gita sarebbe stata una passeggiata in confronto, ma puntualmente, come già mi era capitato in questa vacanza, si

Flower H'mong

è ovviamente avverato l’esatto contrario di quello che pensassi.. Insieme a Mye e a un ragazzo del luogo che ci fa da guida ci infiliamo in mezzo ai campi di riso, di mais, di zucche! – queste ultime sono il prodotto tipico di quest’area – risalendo e soprattutto scendendo per sentierini dove a malapena riusciamo a mettere un piede davanti all’altro e per lo più coperti dalla vegetazione, quindi non riusciamo mai a capire se stiamo camminando sopra terra, voragini o sassi scivolosissimi. Saltellando agili come stambecchi azzoppati riusciamo a cadere e infangarci anche a questo giro, ma la ‘passeggiata’ mi lascia davvero incantata! Al contrario di Sapa, qui – e

lavorando il granturco

anche a Bac Ha, dove saremmo andati il giorno seguente – il turismo fortunatamente non è ancora arrivato in maniera così massiccia e invadente ed è quindi possibile godersi appieno le realtà originali dei villaggi di montagna e delle tribù che li abitano, principalmente di etnia Flower H’mong. Nel nostro lungo giro di altri 20 Km circa ci imbattiamo infatti in diversi villaggi dove la vera attrazione siamo noi, perché turisti qui non ne passano mai o quasi. Stuoli di bambini corrono a salutarci appena ci vedono, alcuni più sfacciati si mettono in posa per farsi fare le foto e vengono a guardarle, altri si spaventano e scoppiano in lacrime alla vista dell’obiettivo anche se poi notiamo che stanno ‘giocando’ con in mano un machete, altri ancora ci seguono curiosi a distanza ma quando ci giriamo per salutarli scappano via intimiditi ridendo. Questo è il Vietnam che mi è rimasto nel cuore, quello che più mi è piaciuto e in cui voglio tornare. La zona più vera e la più bella in assoluto..

bambini a Cao Son
bambini a Cao Son
bambini a Cao Son

La domenica terminava purtroppo il nostro giro dell’area nord-occidentale con l’ultima tappa a Bac Ha e al suo famoso

il mercato di Bac Ha

mercato domenicale, molto più bello e caratteristico di quello di Sapa a mio avviso, fosse anche solo perché frequentato più da locali che non da turisti. Dopo gli acquisti di rito, un saluto e un ringraziamento a Mr Nghe – il nostro tour operator che ha la sua base a Bac Ha – e un giro in piroga sul fiume Chay, siamo quindi ritornati a Lao Cai per prendere il treno notturno che ci ha riportati ad Hanoi in tempo per salire la mattina dopo direttamente sul pullman con cui abbiamo raggiunto un altro dei luoghi simbolo del Vietnam settentrionale: la Baia di Halong.

 

in piroga sul fiume Chay

Come ci spiega la nostra guida Tony, la leggenda vuole che gli isolotti di pietra calcarea che rendono tanto suggestiva la baia, che fa parte del Patrimonio Mondiale dell’Unesco, siano stati originati da un drago che, scendendo dalle montagne verso il mare, li abbia creati sbattendo la coda di qua e di là. In effetti il nome stesso Ha Long significa ‘discesa del drago’.

giunca alla Baia di Halong
venditori di bibite

 

Dopo 3 ore di viaggio arriviamo ad Halong City, dove un mare di turisti affolla il porto da cui partono le giunche per le

la Grotta delle Sorprese

crociere di 1,2 o 3 giorni. Per godere al massimo della baia e riposarci un po’ dopo gli ultimi, intensi, 4 giorni avevamo scelto la crociera di 2 giorni, ma purtroppo il secondo giorno il tempo ci ha giocato un brutto scherzo costringendoci a tornare ad Hanoi con 3 ore di anticipo sul programma e non permettendoci di fare nulla se non rientrare in porto dopo colazione. Fortunatamente il giorno dell’arrivo il tempo era stupendo e una

tuffi dalla giunca

volta saliti sulla nostra Imperial Cruise ci siamo addentrati in questo luogo dall’aura mitologica insieme ad almeno un altro centinaio di giunche simili. Un giro in kayak, una visita alla Grotta delle Sorprese – una delle più grandi fra le numerose che si trovano nelle formazioni calcaree, scoperta per caso dai francesi all’epoca del loro dominio coloniale sul Viet – e siamo ritornati sulla giunca giusto in tempo per goderci un tuffo dal ponte superiore nella acqua cristallina e salatissima della baia. E poi un altro, un altro e un altro ancora.. a divertirci come bambini, su e giù fino al tramonto.

 

tramonto alla Baia di Halong

Il mega temporale che ci costringe al rientro comincia la notte stessa e ci accompagna per tutti il giorno successivo, anche durante la visita al Lago Occidentale con cui decidiamo di concludere la nostra visita alla città. Facciamo gli ultimi acquisti, recuperiamo i bagagli che da 6 giorni ci aspettano alla stazione e ci godiamo l’ultima notte ad Hanoi  nella nostra stanzetta da 15$ al Tung Trang Hotel, un alberghetto senza pretese in una vietta silenziosissima – qualità da non sottovalutare in una città trafficata com questa – a due passi da Hoan Kiem.

Hanoi ci saluta con la pioggia, esattamente come ci aveva accolti una settimana prima. Si chiude il cerchio e già stiamo volando in direzione sud. Ho Chi Minh City, arriviamo!

Toccata e fuga da Lao Cai


Un breve cenno giusto perche non pensiate che siamo rimasti intrappolati sulle montagne 🙂

Questi quattro giorni al nord sono stati bellissimi. Siamo passati dall’organizzatissima zona di Sapa e dai suoi villaggi (Lau Chai, Cat Cat, Ta Van e Gian Ta Chai) abituati ai turisti, a quella piu ‘vera’ perche ancora incontaminata di Cao Son e Bach Ha dove abbiamo concluso oggi il nostro tour prima di un giro in barca sul fiume Chay. Purtroppo anche adesso non ho molto tempo per cui devo rimandare di nuovo il racconto di queste zone in cui davvero abbiamo avuto un assaggio di viet, che forse ritroveremo solo sul Mekong.

Ora siamo di nuovo a Lao Cai, in attesa del treno notturno per Hanoi. Anche a sto giro ci tocchera la poltrona morbida perche non c’erano piu vagoni letto, ma per fortuna poi avremo due giorni per rilassarci nella baia di Halong.

Come pensavamo alla fine abbiamo dovuto modificare l’itinerario di partenza, visto che la vedremmo solo velocemente salteremo la costa centrale e Hoi An per dirigerci direttamente a Ho Chi Min City e poterci godere poi gli ultimi due giorni di mare a Phu Quoc.

Tempo scaduto, ci risentiamo fra un paio di giorni!!

3-2-1 click!

Gooooooooodmorning Vietnam!!


Xin chao Vietnam!

Pensavate che ciao fosse un’esclusiva italiana eh?E invece no!Anche in viet hanno la loro versione 😉

Siamo arrivati solo da due giorni e gia le aspettative sono state piu che soddisfatte. Ma facciamo un passo indietro. Il viaggio in bus verso Phnom Penn e stata una vera e propria avventura, siamo dovuti sopravvivere a ben 5 ore di karaoke trasmesso sulla tv del bus, intervallate solo da un film non meglio specificato..  fortunatamente sono riuscita ad addormentarmi in tempo ma credo comunque parlasse di kung fu. Della capitale cambogiana siamo riusciti a vedere solo il museo nazionale, una ricca raccolta di sculture dell’arte khmer e alcuni bassorilievi originali proenienti da Angkor, mentre l’universo ha remato contro la mia voglia di vedere la Pagoda d’argento :-(. Scappati all’aeroporto in tuk tuk, rischiando a piu riprese la vita, abbiamo avuto la fantastica sorpresa di 50$ di tasse aeroportuali da pagare per poter partire, ma a parte questo il volo – il quarto in quattro giorni! – non ha dato problemi. Avendo il volo per Ha Noi il mattino successivo alle 6 avevamo gia deciso di evitare l’albergo e di dormire in aeroporto per cui ci siamo concessi una serata a zonzo per Bangkok dove abbiamo mangiato degli spiedini di carne non meglio identificata alle bancarelle di strada (loro dicevano pollo e manzo ma vatti a fidare!), passeggiato lungo le rive del Chao Prahya River e ci siamo addentrati nel wat market.. un mercato di strada all’insegna della tamarria spinta.

Dopo la seconda notte insonne della citta (anche se devo dire che le sedie dell’aeroporto erano piu comode del letto dell’Empire) siamo partiti alla volta di Ha Noi. Direi che la prima cosa che si nota della citta e l’incredibile quantita di motociclette presenti, che poi sarebbero i nostri motorini. Un vero e proprio sciame che sorpassa a destra, sinistra, ovunque con manovre impossibili..se potessero probabilmente si passerebbero anche sopra!!Ovviamente non potevamo farci mancare un’esperienza del genere per cui, mollati i bagagli in stazione, ci siamo fatti portare in centro con quelle e abbiamo gironzolato un po’ nei dintorni del museo e mausoleo di Ho Chi Min (che purtroppo erano chiusi) prima di spostarci in cyclo (lo so che e da turisti, ma DOVEVAMO ASSOLUTAMENTE provare ;-p) nel quartiere vecchio e al lago Hoan Kiem. Ora, a parte la suggestiva Turtle Tower sull’isoletta in mezzo al lago e lo spettacolo delle marionette sull’acqua (una figata!), questa ona e un vero e proprio paradiso delle scarpe!!Ci sono negozi a ogni passo, una cosa inredibile!!Peccato che di quelle che volessi non ci fosse mezzo numero, ma forse e meglio cosi visto che siamo solo all’inizio della vacanza ;-p.

La sera poi abbiamo preso il treno per il nord e ovviamente, avendo preso i biglietti la mattina stessa, e gia tanto se siamo riusciti a trovare posto nella carrozza con i sedili morbidi. Comunque col fatto che erano ampiamente reclinabili devo dire che il viaggio non e stato poi cosi terribile. Siamo arrivati a Lao Cai stamatina alle 4.30, dopodiche ci siamo spostati a Sapa dove una bella doccia rigenerante ci ha rimesso in piedi pronti per il giro al mercato e al villaggio Cat Cat della tribu Black Hmong. Ma di qusto vi diro piu tardi, perche le foto sono assolutamente necessarie. Posso solo anticiparvi che la vista dalla nostra camera e da mozzare il fiato! =)

– 1.. !!


E’ giunta l’ora, domani si parte!!!yupppiiieeeeee!!!

Che emozione, non vedo l’ora!Sono due anni che sogno questo viaggio.. l’avevo già immaginato tutto dopo essermi documentata sul paese, aver letto gli itinerari sul sito di avventure nel mondo, cercato le foto in rete.. Partirò con un bagaglio pieno di aspettative, ma sono certa di tornare con uno ancora più pieno di sorprese (e non solo intese come souvenir!! ;-p).

Tanto per darvi un’idea di dove saremo nei 17 gg del nostro viaggio, questo sarà grossomodo il giro che faremo

– arriviamo a Bangkok il 14/8 verso le 2 dopodichè, mollati gli zaini in albergo, partiamo con la visita della città e dei templi lungo il Chao Phraya 
– il 15 si parte alle 8 alla volta di Siem Reap (Cambogia), dove si trova il famoso complesso di templi Khmer di Angkor (anche quello dove hanno girato Tomb Raider, per gli amanti del genere X-D ). Qui resteremo 2 giorni pieni a scorrazzare fra un tempio e l’altro a bordo dei tuc-tuc
– il 17 mattina presto rotta verso Phnom Penn, visita di mezza giornata della città e rientro a Bangkok da cui partiremo il giorno successivo per Hanoi
– come dicevo, il 18 arriviamo il mattino ad Hanoi, ci fiondiamo in stazione a comprare i biglietti del treno notturno per partire la sera stessa per il nord, dopodichè ci godremo un giro della città
– dal 19 all’alba (il treno arriva a Lao Cai alle 5) fino al 22 sera ci immergeremo completamente nei villaggi del nord occidentale del Vietnam, fra trekking e visite varie alla scoperta delle tribù locali:
19: Da Lao Cai ci spostiamo a Sapa facendo un pit-stop al villaggio Cat Cat dei Black Hmong.
20: Ci spostiamo alla Muong Hoa valley, trekking fino al villaggio Ta Van della tribù Giay e attraversamento delle risaie per arrivare alla foresta di bambù. Raggiunto il villaggio Giang Ta Chai nel pomeriggio, continueremo fino alla comunità Red Dzao prima di tornare a Sapa per la notte.
21: Tanto per mantenerci in allenamento dopo il trekking di 18 km del giorno prima ci spostiamo da Sapa a Cao Son, da cui proseguiremo nella foresta di Tin Thang per essere introdotti alle colture locali e alla storia della montagna di Buddha. Pranzo nel villaggio degli Flower Hmong e continuazione fino a Lu Sui Tung. Se non stramazziamo al suolo prima dalla fatica, alla fine della giornata pernotteremo presso una casa della tribù Flower Hmong.
22: Finalmente una giornata rilassante! X-p Sveglia all’alba per spostarci a Bac Ha dove visiteremo il mercato, che sembra sia uno dei più belli della zona, e traversata in barca sul fiume Chay. Rientro a Lao Cai nel pomeriggio e treno notturno per Hanoi.

Diciamo che fino a questo punto il programma è abbastanza fisso, mentre da qui in poi vedremo una volta lì dove ci porterà il cuore, anche se quelli segnati sono i posti dove vorremmo andare.

– il 23, rientrati dal tour del nord occidentale ci spostiamo subito in un altro dei luoghi per eccellenza del Vietnam del nord.. orientale però stavolta: la Baia di Halong, in cui ci fermeremo fino al giorno successivo
– di rientro dalla baia, il 24 notte ci sposteremo poi sulla costa centrale, a Hoi An. Famosa per aver mantenuto case tradizionali in puro stile vietnamita e per le numerose sartorie che realizzano abiti su misura in meno di 24 ore! Chissà se riuscirò a rifarmi il guardaroba.. X-D
– il 26 mattina raggiungeremo finalmente la capitale del viet: Ho Chi Min City, conosciuta anche come Saigon. Dove (forse) ci riposeremo per mezza giornata prima di organizzare il tour del giorno successivo ai tunnel di Cu Chi (scavati durante la guerra per resistere agli americani).
– il 28 ci sposteremo di nuovo, facendo tappa sul delta del Mekong per visitare le isolette nei pressi di My Tho e il mercato di Cai Be, prima di raggiungere la costa meridionale e spostarci sull’isola di Phu Quoc, dove FINALMENTE! ci godremo ben 1 giorno e mezzo di mare e riposo. X-D
– il 30 purtroppo dovremo rientrare a Ho Chi Min e da lì a Bangkok per il volo di rientro (che fortunatamente è la sera tardi)

Ecco, diciamo che questi sono i ‘buoni propositi’.. vedremo poi se riusciremo a mantenerli!!